Google, Project Jacquard connette le stoffe. Svolta per il tessile in vista
IL PROGETTO
Presentata la tecnologia con cui l’industria della moda potrà tessere componenti elettroniche nelle fibre rendendo i capi interattivi. Lo scopo è fornire app e servizi per abiti che dialogano con i device mobili in modalità touch
di Patrizia Licata
Google ha annunciato un nuovo progetto per sviluppare abiti “connessi”, nelle cui fibre saranno tessuti componenti interattivi. Col nome di Project Jacquard, il nuovo programma è stato presentato alla Google‘s I/O Developers Conference.Lo scopo del progetto è inserire fibre “conduttive” virtualmente in ogni stoffa e abito e integrare poi tecnologie come i sensori touch, il feedback aptico e altro nei capi d’abbigliamento (ma anche nelle tende, nei rivestimenti dei sedili delle auto e in tutto quel che è fatto di stoffa), rendendoli interattivi. L’idea non è nuova ma quello cheGoogle vuole fare adesso è rendere la stoffa con elementi di conducibilità una produzione di larga scala e integrarla nell’industria tessile tradizionale, rendendo possibile per le comuni macchine industriali “filare” tessuti connessi .Infatti, il team Jacquard, guidato da Ivan Poupyrev, ha sviluppato la tecnologia che permette di unire sottili leghe metalliche con filati naturali o sintetici quali cotone, poliestere o seta rendendo la fibra robusta a sufficienza da essere lavorata dalle macchine tessili industriali nonché la tecnologia per inserire componenti di elettronica nelle stoffe. Obiettivo di Google ovviamente non è produrre abiti ma creare un ecosistema di app e servizi che permettono all’abito di interagire con gli smartphone e altri device mobili semplicemente toccando la stoffa, perché queste fibre “conduttive” reagiscono al tocco e ai gesti. Come spiega Poupyrev su Wired, si tratta di connettere i nostri abiti con i nostri device: teniamo sempre lo smartphone in tasca, ma lo smartphone non può dialogare con la giacca o i pantaloni. In futuro, secondo Google, il cerchio sarà chiuso e, per fare un esempio, la nostra giacca saprà che ci stiamo vestendo per uscire e ci chiamerà il taxi.Da notare che per portare la tecnologia di Google nel processo industriale delle fabbriche della moda, Poupyrev ha preso in considerazione due Paesi per condurre ricerche e test, Italia e Giappone, ma ha poi scelto quest’ultimo perché lo conosceva già. Qui ha trascorso mesi studiando la produzione dell’industria tessile, per capire come integrarvi la connettività.Google ora sta pensando di offrire applicazioni e Api per sviluppatori e clienti del fashion che potranno scegliere quali funzionalità inserire nei loro capi, con un intero ripensamento di quello che finora è stato definito device “wearable”. Il colosso di Mountain View fornirà maggiori dettagli del progetto a sviluppatori e operatori dell’industria della moda nel corso dell’anno.

Google ha annunciato un nuovo progetto per sviluppare abiti “connessi”, nelle cui fibre saranno tessuti componenti interattivi. Col nome di Project Jacquard, il nuovo programma è stato presentato alla Google‘s I/O Developers Conference.
Lo scopo del progetto è inserire fibre “conduttive” virtualmente in ogni stoffa e abito e integrare poi tecnologie come i sensori touch, il feedback aptico e altro nei capi d’abbigliamento (ma anche nelle tende, nei rivestimenti dei sedili delle auto e in tutto quel che è fatto di stoffa), rendendoli interattivi. L’idea non è nuova ma quello cheGoogle vuole fare adesso è rendere la stoffa con elementi di conducibilità una produzione di larga scala e integrarla nell’industria tessile tradizionale, rendendo possibile per le comuni macchine industriali “filare” tessuti connessi .
Infatti, il team Jacquard, guidato da Ivan Poupyrev, ha sviluppato la tecnologia che permette di unire sottili leghe metalliche con filati naturali o sintetici quali cotone, poliestere o seta rendendo la fibra robusta a sufficienza da essere lavorata dalle macchine tessili industriali nonché la tecnologia per inserire componenti di elettronica nelle stoffe. Obiettivo di Google ovviamente non è produrre abiti ma creare un ecosistema di app e servizi che permettono all’abito di interagire con gli smartphone e altri device mobili semplicemente toccando la stoffa, perché queste fibre “conduttive” reagiscono al tocco e ai gesti. Come spiega Poupyrev su Wired, si tratta di connettere i nostri abiti con i nostri device: teniamo sempre lo smartphone in tasca, ma lo smartphone non può dialogare con la giacca o i pantaloni. In futuro, secondo Google, il cerchio sarà chiuso e, per fare un esempio, la nostra giacca saprà che ci stiamo vestendo per uscire e ci chiamerà il taxi.
Da notare che per portare la tecnologia di Google nel processo industriale delle fabbriche della moda, Poupyrev ha preso in considerazione due Paesi per condurre ricerche e test, Italia e Giappone, ma ha poi scelto quest’ultimo perché lo conosceva già. Qui ha trascorso mesi studiando la produzione dell’industria tessile, per capire come integrarvi la connettività.
Google ora sta pensando di offrire applicazioni e Api per sviluppatori e clienti del fashion che potranno scegliere quali funzionalità inserire nei loro capi, con un intero ripensamento di quello che finora è stato definito device “wearable”. Il colosso di Mountain View fornirà maggiori dettagli del progetto a sviluppatori e operatori dell’industria della moda nel corso dell’anno.