Riciclo di abiti: dai capi vecchi nascono le nuove collezioni

Per la serie “nulla si crea e nulla si distrugge”, ecco che cresca la cultura del riuso, un modo utile per diffondere il messaggio del valore che oggetti e materiali possono assumere anche dopo essere stati usati. C’è perfino un festival del riciclo, il Copenaghen Fashion Summit.

Foto: Ansa

I vestiti usati vecchi assumono una seconda vita da H&M, che dopo aver riciclato i capi dismessi li trasforma in capi nuovi. Sul progetto di raccolta di abiti usati ha realizzato un video intitolato “The Breakup”, del resto il brand svedese è stato il primo a lanciare su scala mondiale un progetto di raccolta di abiti usati dai tirar fuori altri abiti nuovi. L’iniziativa, tutt’ora in corso, prende il nome di Garment Collecting Project e consente ai clienti di portare i loro capi smessi, di qualsiasi marca e in qualsiasi condizione, in tutti i punti vendita H&M, in tutti i 54 Paesi in cui H&M è presente. I capi vengono poi reindossati, riutilizzati o riciclati a seconda delle loro condizioni. Oppure usati, se in pessimo stato, per produrre energia. Dalla primavera del 2013, quando è stata lanciata l’iniziativa, sino ad oggi, H&M ha raccolto circa 5.000 tonnellate di abiti, l’equivalente in fibra tessile di 25 milioni di t-shirt. E negli store quest’estate è arrivata la prima collezione.

Anche gli store OVS hanno un’iniziativa simile: ”Porta i tuoi vecchi abiti in uno degli store OVS aderenti all’iniziativa; per ogni borsa di abiti consegnata con almeno 2-3 capi dentro riceverai un buono sconto di 5 euro che potrai spendere sull’acquisto delle nuove collezioni per un importo minimo di 40 euro. Saranno accettati tutti i capi di abbigliamento uomo, donna, bambino ad eccezione di biancheria intima, calzature e accessori non tessili”. In collaborazione con I:CO, leader mondiale nel riciclo dei prodotti tessili, i capi raccolti saranno sottoposti a cernita, analisi e ulteriore lavorazione, seguendo standard rigorosi e sfruttando tutte le più innovative tecnologie.

Altra filosofia sempre legata al riciclo quella di Intimissimi, che raccoglie periodicamente l’intimo usato scontando qualche euro al momento dell’acquisto di un nuovo capo nei suoi negozi.

E ancora diversa la politica di Ilaria Venturini Fendi, da sempre attiva nel campo della moda, che dopo aver militato per anni nell’azienda di famiglia (prima come direttore creativo Accessori di Fendissime e poi come shoes designer per Fendi), ha maturato un personale interesse nei confronti delle cause ecologiche e umanitarie. Questa passione ha rivoluzionato il suo stile di vita portandola ad approcciarsi con il fashion system in maniera creativa e green. Da qui ha creato il brand Carmina Campus, un progetto ethical fashion nato a fine 2006 dal desiderio di recuperare materiale dimenticato, spesso povero, per riportarlo in vetrina sotto una luce diversa, avvalendosi dell’abilità degli artigiani italiani in grado di rendere ogni manufatto unico e speciale. Punto di riferimento per chi desidera acquistare oggetti realizzati con materiali riciclati o di riuso è Re(f)use, un negozio sui generis, uno spazio creativo sito nel cuore di Roma dove, dal 2008, è possibile trovare l’universo Carmina Campus oltre a gioielli, accessori, tavoli, sedie, divani, lampade e altri oggetti realizzati da designer internazionali.

Fonte: fashionmag